Continua da
Strade - Nella Mercedes di Mick Una volta richiuso lo sportello, restai però qualche secondo a fissare la bascula grigia nel vicolo adombrato.
Nonostante il sole fosse a picco, in quella strada era quasi buio per un sapiente gioco di "copertura" da parte dei palazzi scarsamente popolati che circondavano il luogo.
Era tutto fin troppo silenzioso, ma questo non voleva affatto significare che fosse deserto.
L'ultima volta che ero stato lì, nel quartier generale delle pulitrici, era stato per Emma.
Era stata processata e giustiziata sul posto, e Jackson aveva voluto seguirla.
Avevo assistito per la prima volta nella mia esistenza ad una sentenza e alla conseguente esecuzione di condanna a morte nei confronti di un immortale.
Beth, quando gliene avevo parlato, lo aveva trovato disumano e spietato e in effetti lo era.
Io stesso avevo fatto fatica ad accettarlo, tuttavia era stato terribile, ma necessario.
Nonostante fosse passato già qualche mese, mi rendevo conto che il ricordo della morte dei Monaghan era ancora ben vivido nella mia mente, così tanto da rinnovare in me quel brivido che avevo provato quando i miei occhi li avevano visti abbracciarsi e sparire lentamente nella stessa fiammata.
Ma non è il momento di rivangare il passato... Mi rimproverai per quell'attimo di debolezza.
Cercai di scacciare quei pensieri tristi, tornando a concentrarmi sul caso e infine mi avvicinai alla pesante serranda per entrare, sapendo che mi stavano aspettando.
Appena varcato l'ingresso, avevo riconosciuto da lontano il tono imperioso della pulitrice che dava ordini perentori ai suoi e avanzai nella sua direzione perchè vedesse che ero arrivato come d'accordo.
Alcuni "inservienti" del sistema di pulitura si stavano concendendo un drink e mi sfuggì una battuta sarcastica.
"Sono in ritardo per la festa?"